
Di quando un’immagine, una musica o anche solo due note,
sono la chiave di quel luogo chiuso, dove non so.
E’ il mio luogo, eppure non so come raggiungerlo.
E’ unico ed irripetibile, nonostante la mia sicurezza vacilli.
Potrei veleggiare verso orizzonti inesplorati, pur di trovarlo.
Servirebbe?
E’ un luogo magico, appare e scompare all’improvviso.
Le brevi comparse mi ricordano che esisto.
E’ come se una luce illuminasse il buio,
mentre una mano l’aiuta ad aprire i miei occhi.
Le lunghe assenze sono ciò che all’apparenza mi rappresenta.
Sono il lento incedere di un corpo che esegue, ma non sente.
Il nascondino, del tutto casuale, che decide di giocare,
mi dona la speranza che un giorno, quel luogo, diventi mio per sempre.
Mariapiera Miele