
Come una promessa, nutre e inganna, indossando l’abito più bello, quello dell’ignoto.
E’ la speranza, quell’emozione senza fine.
Sorregge l’animo, illuminandolo.
E’ un dono prezioso.
In cambio non chiede nulla, o quasi.
La mente acuta, d’altronde, tra le righe sa.
Pur essendo i destinatari di una generosità infinita, un presupposto c’è.
Ogni domani che viene concesso reclama in cambio un giorno del nostro tempo.
Impone fretta ai nostri desideri, fermi lì, tra le carte di un pensatoio che rimanda.
Il domani, con il suo lento, costante ed infinito incedere, impoverisce il nostro tempo.
Si avvale di un colto alleato, il verbo fare, al modo indicativo, tempo futuro.
Farò.
Mariapiera Miele